I SOFISTI: Protagora e Gorgia
I sofisti
I sofisti possono essere considerati i primi insegnati a pagamento della storia, con essi infatti il bagaglio culturale e l'esercizio del sapere diventano un mestiere che si esercita durante gli spostamenti di città in città rendendo così i discepoli in grado di acquisire una mentalità cosmopolita e aperta in grado di comprendere la molteplicità dei costumi e culture del mondo.
"Sofista" significava sapientissimo, con il passare degli anni il termine assumerà un significato più negativo con altri filosofi come ad esempio con Aristotele.
I sofisti si diedero il compito di far apprendere ai loro discepoli l'arte politica (insieme delle competenze linguistiche e retoriche) che a quel tempo erano indispensabili per far valere la propria posizione in ambito sociale.
Protagora
"L'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono e delle cose che non sono in quanto non sono."
La visione relativistica
Protagora sostiene la visione relativistica, secondo lui infatti non esiste una verità assoluta, dove c'è una legge che stabilisce ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, ma si devono ammettere diverse interpretazioni a seconda del punto di vista.
Il potere della parola
La convinzione che non esista una verità assoluta uguale per tutti non esclude la possibilità di dare un criterio di giudizio. Questo criterio è rappresentato dall'utile (ciò che si concorda essere il bene del singolo e dell'umanità) La parola assume un ruolo molto importante in questo campo, infatti è fondamentale per ricevere consenso. Grazie a lei è possibile dialogare e raggiungere così una prospettiva condivisa.
Gorgia
Il linguaggio e lo scetticismo metafisico
Secondo Gorgia il linguaggio non si identifica più con l'essere, perché con l'esistenza di un relativismo dei valori, dove un'azione per qualcuno potrebbe essere virtuosa mentre per altri malvagia, ma acquisisce grande importanza grazie al discorso che per il filosofo è tutto.
Per Gorgia non esiste nulla di oggettivo e anche se ciò esistesse l'uomo non potrebbe né pensarlo né comprenderlo perché il mezzo di comunicazione è la parola ed essa non può identificarsi con la realtà.
L'innocenza di Elena di Troia
Secondo Gorgia l'esistenza è irrazionale e misteriosa e l'uomo non è libero né responsabile, ma è controllato da forse ignote e incontrollabili (es: fato).
Gorgia prende come esempio Elena, moglie di Menelao che scatena la guerra di Troia perché innamorata del troiano Paride. Secondo il filosofo infatti Elena é innocente e può aver agito:
- Per mano degli dei o della necessità
- Sotto pressione di violenza
- Perché persuasa dalle parole di Paride
- Perché vinta dalla passione amorosa
In conclusione Elena non può essere condannata perché il suo comportamento era frutto di un condizionamento e in quel momento lei era quindi priva del libero arbitrio e quindi non aveva nessuna responsabilità sull'accaduto
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